L’avvocatessa Ebru Timtik, combattente nelle aule giudiziarie e fuori per il rispetto dei diritti umani fondamentali e del diritto alla difesa in una Turchia offesa dalla dittatura di Erdogan, è deceduta in carcere dopo un lungo sciopero della fame.
La Ebru era stata condannata a tredici anni di reclusione per terrorismo sulla base di prove testimoniali anonime e contraddittorie raccolte su supporti video proiettati in aula con voci contraffatte.
Questo il sistema giudiziario penale della Turchia di Erdogan! Un sistema che permette allo Stato di perseguire un imputato sulla base di testimonianze anonime, senza la possibilità di sentire in aula i testimoni ed interrogarli da parte della difesa. Prove quindi che possono essere costruite ad arte dalla pubblica accusa nei confronti di qualsiasi oppositore politico al regime.
In Turchia sono considerati oppositori politici anche e soprattutto gli avvocati che accettano la difesa di indagati per asseriti reati contro lo stato, ovvero reati di terrorismo. Sono 1.500 gli avvocati sottoposti a giudizio, di cui 605 arrestati e 441 condannati a un totale di 2.728 anni di reclusione. I più considerati correi dei clienti che intendevano difendere.
Si pensi, in relazione al fallito golpe del 2015, che molti avvocati arrestati per aver assunto la difesa dei golpisti avevano ottenuto, in un primo momento, la scarcerazione per insufficienza di prove, tuttavia il Consiglio Giudiziario, che dipende direttamente dal potere esecutivo, ovvero dal Ministero della Giustizia, ha poi disposto la sostituzione dei giudici che avevano emesso le ordinanze di rilascio, con il conseguente rientro in carcere degli avvocati stessi, in forza di un nuovo provvedimento di carcerazione.
Un’infamia, quello del sistema giudiziario Turco, alla quale l’Europa assiste senza prendere posizione, avvallando con un indegno silenzio assenso l’operato di Erdogan.
Il mio pensiero e la mia immensa stima va dunque a Ebru Timtik, della quale mi onoro, con molta modestia, di essere collega; ella, e non pochi altri avvocati turchi, rappresenta un fulgido esempio per chiunque abbia a cuore la giustizia, non solo intesa in senso tecnico, ma quale imperativo categorico morale. Con lei, ricordo anche tutti i componenti del Gruppo Yorum perseguitati per le loro opinioni politiche.